Le Donne, Gabriele D’Annunzio e la “follia perpetua”

maggio 20, 2013 by  
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Eleonora Duse, follia per la folla.

di Tiziana Mazzaglia

Nel romanzo “Il fuoco”, di Gabriele D’Annunzio, pubblicato nel 1900, si legge un aspetto apparentemente narrativo, in cui si ha la struttura del rapporto tra scena e folla, attore e vate, attore e pubblico. Il protagonista dialoga spesso con una donna, che nella realtà è Eleonora Duse. Famosa attrice di teatro e poi anche di cinema, nelle vesti di anti-diva. Infatti, recitava di spalle esaltando le qualità artistiche del personaggio femminile, finora esaltato più per la bellezza. In questo romanzo la donna amata diventa strumento di ispirazione per lo scrittore. Un amore vissuto in senso utilitaristico. La donna è l’oggetto che darà consistenza all’arte della scrittura, adoperata per accedere all’immaginazione. Si ha una sorta di musa ispiratrice che suggerisce al poeta temi e visioni e dona forma a ciò che appare confuso. Eleonora Dure è un’attrice capace di accogliere le sensazioni comunicate dal pubblico, da cui scaturiscono sensazioni affettive. D’Annunzio essendo narcisista è incentrato su di sé e non riesce ad arrivare dove arriva la Duse, che invece cerca di essere la statua vivente protesa verso la moltitudine di coloro che assistono, come se dovesse abbracciare la folla. Una sorta di attrice vista come metafora vivente.(Segue: Allegato_1_E DUSE).

Allegato_1_E DUSE

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